TITOLO/LINGUA ORIGINALE: the Grass Harp, inglese;
ANNO/EDITORE: 1951, Garzanti;
COLLANA: gli Elefanti;
GENERE: romanzo;
PAGINE: 116;
TRADUTTORE: Bruno Tasso;
ISBN: 978 88 11 67002 5;
PREZZO: 8, 50;
CITAZIONE:
"Era diventata per lui l' essere che egli aveva tanto cercato,
l' unica persona al mondo alla quale poteva dire tutto.
Ma forse, quando si può dire ogni cosa, non cè più nulla da dire"
VOTO: ♥ ♥
TRAMA:
Truman è solo un bambino quando resta sfortunatamente orfano sia di madre che di padre. A prendersi cura di lui rimangono solo due vecchie zie che abitano in una piccola città nel sud degli States: Verena, fiscale ed austera, il cui unico scopo nella vita sembra essere fare soldi e comandare su tutto e su tutti, soprattutto su sua sorella Dolly, che invece è l' esatto contrario, sempre mansueta, perennemente immersa in un sogno color rosa, come le stanze della sua camera.
Ma ben presto succederà qualcosa che finirà per rompere la vita tranquilla di Truman; l' unico rifugio per i fuggitivi sarà la casa sull' albero, cullata dalle voci della collina..
COMMENTO:
Leggendo la trama in breve sul retro copertina sembra quasi di trovarci di fronte ad una specie di rivisitazione de l' Antologia di Spoon River, invece devo ammettere che è un libro davvero ben scritto: la trama non è delle più avvincenti, anzi diciamo che non lo del tutto.. e forse un pò troppo spesso ci perdiamo in discorsi troppo "filosofici", e il personaggio principale rimane, tutto sommato, uno sconosciuto; ma la forza evocativa con la quale Capote riesce a rievocare ed imprire immagini poetiche e fantastiche è a dir poco impressionante, e ci incatena ad un libro che più che di parole, sembra fatto di immagini e profumi.
CONSIGLIATO: si.
PRELUDIO:
"Quando ho sentito parlare per la prima volta dell' arpa d' erba? Molto tempo prima di quell' autunno in cui andammo ad abitare sul sicomoro. In un autunno molto remoto, dunque; e certo fu Dolly a parlarmene, perchè nessun altro avrebbe pensato a quel nome: arpa d' erba.
Se, uscendo dalla città, imboccate la stada della chiesa, rasenterete di li a poco una abbagliante collina di pietre candide come ossa e di scuri fiori riarsi: è il cimitero Battista. Vi sono sepolti i membri della nostra famiglia, i Talbo, i Fenwick. Mia madre riposa accanto a mio padre e le tombe dei parenti e degli affini, venti o più, sono disposte intorno a loro come radici prone di un albero di pietra. Sotto la collina si stende un campo di alta saggina, che muta di colore ad ogni stagione; andate a vederlo in autunno, nel tardo settembre, quando diventa rosso come il tramonto, mentre riflessi scarlatti simili a falò ondeggiano su di esso ed i venti dell' autunno battono sulle sue foglie secche evocando il sospir di una musica umana, di un' arpa di voci.
Al di là del campo le tenebre del Bosco del Fiume. Fu certo in una giornata di settembre, mentre raccoglievamo radici nel bosco, che Dolly disse: -Senti? E' l' arpa d' erba, che racconta qualche storia. Conosce la storia di tutta la gente della collina, di tutta la gente che è vissuta, e quando saremo morti racconterà anche la nostra.-"
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